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Pratica di Sollecito per la Cittadinanza Italiana

Sollecitare la pratica di cittadinanza è essenziale se si vogliono ridurre i tempi naturali della pratica, laddove per “tempi naturali” si intende far riferimento al tempo che il richiedente dovrebbe attendere se si affidasse all’adempimento spontaneo dell’Amministrazione, senza prendere iniziative efficaci.

L’assistenza di un avvocato è fondamentale, perché per accelerare i tempi della pratica di cittadinanza non è sufficiente inviare atti da formulario, copiati online, sui forum stranieri, ma è necessaria l’elaborazione di atti strategici, modellati sul caso specifico, per i quali è richiesta un’approfondita conoscenza delle norme sull’immigrazione, la cittadinanza, e in generale sul diritto e il procedimento amministrativo.

Mandare un lettera di sollecito della cittadinanza 

Spesso la pratica di cittadinanza sembra bloccata. Sul sito appaiono sempre le stesse voci, come ad esempio “gli accertamenti dell’ufficio periferico sono stati avviati” o “gli accertamenti dell’ufficio periferico sono in via di definizione”, “è avviata l’istruttoria degli uffici competenti”, ecc.

Sebbene l’Amministrazione inviti i richiedenti a consultare la pratica di cittadinanza sul sito ministeriale, con l’intenzione di dissuadere gli stessi dall’invio di solleciti, è evidente che le diciture riportate sul predetto sito sono in realtà delle formule generiche che significano poco o niente.

Diventa quindi essenziale inviare una lettera di sollecito della cittadinanza. Assumere un’iniziativa formale è senza dubbio importante, se si vuole tentare di accorciare i tempi di attesa della cittadinanza italiana.

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Pratica di Sollecito per la cittadinanza italiana con lo Studio legale Avvocato Francesco Boschetti

Tuttavia, noi riteniamo che sia più efficace un’azione continua e ripetuta. Parliamo della nostra pratica di sollecito, che consiste nel monitoraggio e nella ripetizione periodica e regolare del sollecito e della diffida ad adempiere per la cittadinanza per residenza e/o per matrimonio, in nome e per conto del cliente, che nulla deve fare se non attendere le nostre notizie.

Lo Studio, infatti, prende totalmente in carico la domanda, con regolarità consulta la pratica di cittadinanza e manda una lettera di sollecito della pratica di cittadinanza italiana.

Sulla base delle risposte ricevute, siamo in grado di capire quali sono le amministrazioni e gli uffici da sollecitare, e su questi ci concentriamo. La nostra è un’azione di pressing che si ripete nel tempo con il fine di tenere la pratica “viva” ed impedire che finisca nel dimenticatoio. 

Sollecito cittadinanza per residenza

La cittadinanza per residenza è una concessione della Pubblica Amministrazione, ovvero un provvedimento altamente discrezionale che presuppone la compiuta integrazione del richiedente nel tessuto sociale dello Stato.

La natura concessoria del provvedimento è stata amplificata con il decreto legge n. 113 del 2008 (decreto Sicurezza), convertito con legge 1 dicembre 2018 n. 132, che ha inserito come requisito “un’adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER)”, con il conseguente obbligo di svolgere un apposito corso di studi con determinati requisiti, per tutti i richiedenti “che non abbiano sottoscritto l’accordo di integrazione di cui all’articolo 4-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, o che non siano titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo di cui all’articolo 9 del medesimo testo unico”.

I tempi medi di definizione della domanda di cittadinanza per residenza sono stati da sempre superiori al termine di legge, precedentemente fissato in 730 giorni dall’art. 3 del d.P.R. 362/1994.

C’è da temere che l’estensione del termine a 48 mesi, stabilito dal decreto Sicurezza, non avrà come effetto di eliminare l’inadempimento dell’Amministrazione, ma semplicemente di “spostare” il ritardo di due anni in più, con l’amara conseguenza che il procedimento potrebbe durare, se non adeguatamente seguito e sollecitato da un professionista”, anche 5 o 6 anni.

Diventa così fondamentale ogni sollecito della cittadinanza per residenza, ogni diffida ad adempiere della cittadinanza per residenza: ogni pec, fax, ogni intervento dell’avvocato di diritto dell’immigrazione può rivelarsi un tassello proficuo.

Sollecito cittadinanza alla prefettura

La pratica di cittadinanza per residenza prevede due fasi: una davanti alla prefettura determinata in base alla residenza del richiedente, e l’altra presso il Ministero dell’Interno a Roma.

E’ chiaro, dunque, che durante tutta la prima fase istruttoria occorre inviare il sollecito della cittadinanza alla Prefettura (in linea generale, finché sul sito non appare “è avviata l’istruttoria degli uffici competenti), dopodiché, i solleciti devono essere inviati al Ministero dell’Interno.

Vale la pena ricordare che le pratiche di cittadinanza per matrimonio, presentate in Italia, sono trattate esclusivamente dalla Prefettura determinata dal luogo di residenza del richiedente, sulla quale si concentrano i poteri istruttori e decisionali, che invece nella pratica di cittadinanza per residenza, come detto, sono assegnati rispettivamente alla Prefettura e al Ministero dell’Interno.

Per le domande di cittadinanza per matrimonio, pertanto, come azione principale, sollecitiamo la Prefettura competente, al fine di tentare di abbreviare il più possibile i tempi di attesa della cittadinanza italiana.

Come si fa un sollecito per la cittadinanza?

 Il sollecito per la cittadinanza non deve essere una semplice compilazione di un modulo trovato online, perché rischierebbe di non essere letto o comunque considerato. Per sollecitare adeguatamente la cittadinanza bisogna partire dalle particolarità del caso specifico e individuare bene in che fase del procedimento ci si trova, se ci sono rallentamenti, se e come l'Amministrazione Pubblica ha risposto ad eventuali precedenti solleciti. Il sollecito è un atto da personalizzare, che deve cioè cambiare continuamente di forma e di contenuti sulla base della specificità del caso.

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Quando tempo devo aspettare per la cittadinanza?

Attualmente la legge concede alla Pubblica Amministrazione un termine massimo di 48 mesi per dare una risposta (sì o no) alla domanda di cittadinanza. Ma come l'Amministrazione non rispettava il vecchio termine di 730 giorni, così iniziano a presentarsi casi di violazione anche del termine di 48 mesi. Pertanto è opportuno rendersi attivi e partecipare alle evoluzioni del procedimento, sollecitando in modo periodico e con una logica ben precisa.

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Come velocizzare la pratica di cittadinanza?

 Anche per chi vuole ottenere la cittadinanza italiana 2019 i termini di legge del procedimento sono fissati in 48 mesi. Per ottenere la cittadinanza bisogna presentare la domanda telematicamente, dopo aver creato un account sul sito del Ministero dell'Interno. Dopodiché è importante monitorare lo svolgimento della procedura e sollecitarla nei tempi giusti. 

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Quanto tempo ci vuole per ottenere la cittadinanza italiana per matrimonio?

Anche per la domanda di cittadinanza per matrimonio il primo decreto Sicurezza del 2018 ha esteso il termine del procedimento da 730 giorni a 48 mesi. Inoltre ha eliminato il principio del silenzio-assenso. Precedentemente, infatti, decorsi 2 anni dalla domanda, se non vi era stata una risposta, il richiedente acquisiva automaticamente il diritto soggettivo ad essere riconosciuto cittadino italiano. Ora questo non accade più. Pertanto il richiedente deve sollecitare la pratica, per accorciare il più possibile i tempi del procedimento, cercando di evitare che la pratica vada oltre i 48 mesi ma anche facendo il possibile perché si concluda prima del tempo massimo previsto dalla legge.

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